Nel preambolo della proposta per Costituzione europea viene citato espressamente una parte di un celebre passo che si trova negli scritti di Tucidide dove lo storico ateniese ricostruisce un discorso di Pericle, il grande capo di stato di Atene, tenuto durante una onoranza funebre per i propri caduti di guerra.
Lo si ripropone solo in piccola parte.
Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell'amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza. Le leggi regolano le controversie private in modo tale che tutti abbiano un trattamento uguale, ma quanto alla reputazione di ognuno, il prestigio di cui possa godere chi si sia affermato in qualche campo non lo si raggiunge in base allo stato sociale di origine, ma in virtù del merito; e poi, d'altra parte, quanto all'impedimento costituito dalla povertà, per nessuno che abbia le capacità di operare nell'interesse dello Stato è di ostacolo la modestia del rango sociale.
(Tucidide, La guerra del Peloponneso, Laterza, 1986, trad. L. Canfora)