Come andava l'economia ai tempi dell'Ulivo

Solo qualche appunto, perché il tema è molto vasto, richiede dei trattati per parlarne in maniera esaustiva.

Parliamo ad esempio della borsa di Milano che volava di fronte a tutte. Se ci fossero stati loro le cose sarebbero andate male e avrebbero allora parlato di "congiuntura internazionale", qualsiasi essa sia, di terremoti a cui abbiamo dovuto andare incontro, o chi sa quali fesserie.

Per fortuna invece le cose sono state gestite diversamente da ciò che avrebbero fatto loro (le stesse cose tentate oggi), con un minimo di criterio. Nella tabella che segue e nelle immagini vengono mostrati i risultati annuali raggiunti nel 1997 dalle borse di tutto il mondo, dove quella di Milano risulta seconda in assoluto, con le borse di Stati Uniti e Giappone che arrancano, in confronto, o addirittura sono in forte perdita.

Le borse, *La Repubblica*, 30 dicembre 1997
Zurigo	+55,3%
Milano	+55,0%
Francoforte	+45,2%
Parigi	+25,2%
Londra	+21,9%
New York	+19,1%
Tokyio	-23,7%

Immaginate di aver fatto un investimento generalizzato ad inizio dell'anno, ad esempio con un fondo comune, e di aver riscosso a fine anno. Ad esempio, se si sono impegnati un milione di lire, alla fine dell'anno se ne aggiungono cinquecentomila. Certo, facile parlare a posteriori, comunque l'economia italiana è andata molto forte: è questo che voglio dire. Le borse nel 1997

Non voglio fare discorsi da gatto e la volpe, o da Lucignolo e il paese dei balocchi, sono altri invece i furfanti che li fanno e in maniera ricorrente. Quando dicono che basta ridurre le tasse per far andare bene le cose, che è sufficiente che i cittadini spendano, senza limiti, per produrre la crescita: queste sono fesserie, paragonabili al sotterrare le monete d'oro sperando che durante la notte cresca l'albero che le moltiplichi, proprio come aveva provato Pinocchio. (20/10/2004)