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Berlusconi: "Con la sinistra miseria, morte e terrore", La Repubblica, 16-01-2005

Secondo il suo desiderio, il terrore comunista è dietro l'angolo.

Durissimo attacco del presidente del Consiglio contro l'Ulivo

"Sarebbe uguale a un altro regime comunista qualunque"

Berlusconi: "Con la sinistra miseria, morte e terrore"

ROMA - "Se la sinistra andasse al governo, questo sarebbe l'esito: miseria, terrore, morte. Così come avviene ovunque governi il comunismo. Non sarebbe lo Stato liberale che vogliamo noi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dicendosi "sicuro" che nel 2006 gli italiani confermeranno alla Cdl il mandato di governare. "I cittadini - ha aggiunto nel corso di un collegamento telefonico con la manifestazione 'Neveazzurra' - l'anno prossimo ci domanderanno di proseguire nel governare il Paese".

Se fossi uno stratega alla guida dell'Ulivo farei rispondere a queste stramberie solo ad esponenti della componente che più stride con il suo arrogante e diffamatorio profuso spargimento di menzogne e oscenità. Della cospicua parte nell'alleanza che è ha condotto l'Italia per tanti anni. Guai, naturalmente, a quel programma televisivo che riproduca una cosa del genere, guai a ridicolizzare le sue parole citando il benessere di Toscana ed Emilia Romagna, da tempo regioni rosse. Oppure ringraziare per i grandi risultati economici dei cinque anni dell'Ulivo.

Figuriamoci parlare che in realtà la morte e quanto di più vicino c'è al terrore la porta lui. La morte l'ha portata a una trentina di persone in Iraq, con una presenza ed un avallo, per un impegno militare difficilmente spiegabile alla nostra Costituzione e alla politica estera di mezzo secolo. Con spiegazioni veramente orribili: tipo che siccome USA ed Inghilterra si sono messi a menare, noi non potevamo stare a guardare (per non parlare della gratitudine che, secondo lui, dovremmo scontare con l'obbedienza, non con l'amicizia).

E come classifichiamo le tranquille parole dette in visita in Russia? Infatti, siccome Putin dispone di armi chimiche e nucleari capaci di distruggere mezzo mondo, dice, noi non possiamo che adoperarci per offrire la più ampia amicizia e collaborazione.

Parliamo del terrore che ha regalato ai magistrati togliendo a molti di loro le scorte, almeno fino a quando non hanno dovuto ripristinarle tutte, in seguito all'omicidio del Prof. Biagi. E questo pure avrebbe avuto la scorta, se non fossero state emanate determinate, fuori dall'ordinario, direttive...

Se il programma della Gad sarà di "rottura" con il governo Berlusconi, allora, ha detto ancora il premier commentando le dichiarazioni rese oggi da Romano Prodi "sarà anche di rottura con l'Italia che vuole crescere". "Mi fa piacere che facciano un programma - ha proseguito il presidente del Consiglio - Dio voglia che si mettano d'accordo su un programma, qualsiasi esso sia, almeno ne vedremo uno, perché finora non abbiamo visto niente".

Spazio a queste stramberie per far credere, in accordo necessario con l'insieme dei mezzi televisivi (e guai a loro se dedicano spazio a questo tema), che non hanno un programma, non sanno realizzarlo, etc. Avendo memoria, ho presente quando nel 2001 loro hanno presentato un pezzo di carta due settimane prima dell'elezioni, contro un libretto dell'Ulivo da tempo pubblicato. Dicendo persino che non lo volevano stampare per timore che l'Ulivo lo copiasse, perché loro sono quelli che "non hanno idee". Mi ricordo che quando ha assunto la presidenza di turno del Consiglio Europeo il suo programma è stato pubblicato il secondo giorno di insediamento, a poche ore del suo intervento nel Parlamento Europeo, solo nella lingua madre e in quella inglese. E le candidature per la presidenza delle regioni? Decise naturalmente dall'alto, con estremi ritardi, non è possibile delineare un programma preciso in queste condizioni.

Direi comunque e sostanzialmente che il programma loro ce l'avevano, e, purtroppo, l'hanno pure attuato.

Berlusconi è tornato anche sul tema della procreazione assistita. Per auspicare che il Parlamento modifichi la legge per evitare il referendum. Ma soprattutto per dire che se si arriverà alla consultazione popolare, questa si dovrà svolgere "nella prima parte del periodo indicato dalla legge", che prevede il voto tra il 15 aprile e il 15 giugno. Quindi al più presto possibile.

(20/01/2005)

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