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La commissione giustizia ha un principe dei fori

Potrebbe essere una buona idea proporre un esame di ogni presidente di queste commissioni parlamentari gestite da una certa persona, vi propongo per adesso una breve osservazione di Marco Travaglio (il noto giornalista della squadra di Montanelli), del 5 novembre 2002, trasmessa tramite la newsletter di Opposizione Civile di Paolo Sylos Labini ed altri.

"La legge Cirami verrà varata entro fine settembre... Faremo in tempo, ricorrendo anche alle sedute notturne". Così parlò al Messaggero Gaetano Pecorella, uomo super partes per antonomasia: avvocato a Milano, indagato a Brescia, deputato a Roma, spudorato ovunque.

E se - domanda l'intervistatore - arrivasse prima la sentenza del processo Imi-Sir? Risposta: "Se un tribunale, quale che sia (sic), ha davanti a sé due scadenze: l'approvazione del 'legittimo sospetto' e la sentenza della Consulta prevista per il 20 ottobre - e sentenzia lo stesso, darebbe la prova lampante che non è imparziale e che è mosso da una volontà persecutoria".

Una lezione di logica moderna. Ricapitolando: a Milano, dal 1999, si celebra un processo. Dopo tre anni, alla vigilia della sentenza, il partito dei principali imputati e dei loro avvocati approva, a tappe forzate, una legge che lo manderà in fumo per sempre

Chi perseguita chi? Chi ha fretta di fare cosa? Secondo il cosiddetto onorevole Pecorella, i perseguitati sono imputati e avvocati che si fanno le leggi "ricorrendo anche alle sedute notturne".

Il persecutore invece è il giudice che tira dritto nel suo tran tran, secondo un calendario fissato da tre anni, (rigorosamente diurno): pretende persino di pronunciare la sentenza, il fellone, senz'aspettare che imputati e avvocati glielo impediscano.

Come se ciò non bastasse, c'è pure un deputato della Margherita, Pierluigi Mantini, che dubita dell'imparzialità di Pecorella.

Ma il principe dei fori avverte: "Mantini risponderà di queste falsità davanti ai giudici". Resta da stabilire quali: Milano? Brescia? Arcore?

Collegamento all'articolo

Pochi giorni dopo, il 15 settembre, il principe dei fori è andato subito ai ferri corti, da buon allenatore, con i parlamentari della sua coalizione, minacciando (e solo il Presidente della Repubblica ha un tal potere) lo scioglimento delle camere in caso di mancata approvazione della loro creazione (tal famigerata legge Cirami).

Traduzione: vuole evitare che qualcuno si lasci andare, che si verifichino defezioni (visto il voto segreto), che non sarebbero buona pubblicità, o aumentino le loro pretese, non avendo una grande moralità - nonostante siano parlamentari della nostra Repubblica - questo messaggio ha effetto, si sentono toccati bene.

Naturalmente, per eventuali manifesti dissensi, il trattamento pronto ad essere attuato, è la tortura per mezzo dei possedimenti tv del capo.

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